DA VICINO NESSUNO è LONTANO
(PARLAMI DI TE)
Fil rouge di questa edizione è il
tema dell’accessibilità, intesa in senso ampio come abbattimento delle barriere
culturali, intellettive, sensoriali e architettoniche, per garantire il pieno
accesso alla cultura contemporanea, in risposta alla necessità di ripensare il
sistema dell’arte tramite una maggiore consapevolezza e una più̀ diffusa
sensibilità̀. Museoteo+ presenta quindi la mostra Da vicino nessuno è lontano
(Parlami di te), realizzata in occasione della uscita del numero 46 della
rivista Museo Teo Artfanzine, frutto di un progetto collettivo durato quasi un
anno e reso possibile dalle combinate energie di Giovanni Bai, Tatyana Bello,
Nadia Boaretto, Alessandro Brasile, Achille Ciappa, Lorenzo Roy Cough, Roberto
Farina, Francesco Flamini e Marco de Barba, Carolina Gozzini, Rossella Köhler e
Paolo Sacchi, Marco Introvini, Lo straniero con caratteri mobili, Nicoletta Meroni, Lucia Mosca,
Manuela Nebuloni, Rosangela Percoco, Pleto Ple, Supersciri, Mario Tedeschi.
Il titolo è una variante di Da
vicino nessuno è normale lo storico festival che si tiene a Milano all’ex
Ospedale Psichiatrico Paolo Pini e affronta i temi del disagio in un mondo dove
“siamo sempre più connessi e sempre più soli”.
Stranieri Ovunque è il titolo
della 60.ma Biennale Arte di Venezia ora in corso. Per il direttore Pedrosa
“L’espressione ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere
che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli
stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla
propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri”. La Biennale
Architettura del 2023, diretta da Lesly Lokko aveva già affrontato il tema in
maniera forse più incisiva: “Vedere contemporaneamente vicino e lontano è
anche, per dirla con Du Bois e Fanon, una forma di doppia coscienza, il
conflitto interno di tutti i gruppi subordinati o colonizzati, che descrive la
maggioranza del mondo, non solo laggiù, nei cosiddetti Paese poveri, in via di
sviluppo, arabi, ma anche qui, nelle metropoli e nei paesaggi del Nord
globalizzato”. Non ci sentiamo minimamente in seconda fila, rispetto alla
Biennale, visto che operiamo da sempre ai bordi del sistema dell’arte. I mezzi a
disposizione sono impari, ma il nostro progetto è sostenuto dalla rete di
relazioni creative che sappiamo alimentare e mantenere. Da qui la
collaborazione con l’Archivio Rachele Bianchi, che promuove il lavoro
dell’artista e sostiene la giovane arte contemporanea femminile.
I fatti e i luoghi della vita
sono i temi centrali attorno a cui ci siamo mossi in questi ultimi anni e i
concetti di vicino e lontano sono sorretti dalla consapevolezza che sono i
progetti che facciamo per il futuro a tenerci in vita.
Gli autori dei contributi e gli
artisti in mostra svolgono un lavoro sia relazionale che identitario, lasciano
cioè tracce riconoscibili, se non indelebili, di sé e del proprio operare,
parlano di viaggi, spostamenti e slittamenti perché ciò che interessa a
Museoteo+ sono gli incontri e le relazioni tra le persone e i luoghi.
Nucleo centrale della mostra i
lavori presentati nella rivista, cui si aggiungono alcune opere che li
integrano, di Giovanni Bai, Giuseppe Bariona, Rachele Bianchi, Sandro
Becchetti, Alessandro Brasile, Véronique Champollion, Lorenzo Roy Cough,
Francesco Flamini, Carolina Gozzini, Yaioi Kusama, Stefano Lucca, Nicoletta
Meroni, Manuela Nebuloni, Davide Nuti, Luca Patella, Pleto Ple, Paolo Sacchi,
Supersciri, Mario Tedeschi, Carlo Lorenzo Veneroni.
DA VICINO NESSUNO È LONTANO
SABATO 12 OTTOBRE 2024
DALLE 15 ALLE 20
ARCHIVIO RACHELE BIANCHI
VIA LEGNANO 14
MILANO
https://vicinolontanomuseoteo.blogspot.com/
https://www.archiviorachelebianchi.it/
https://www.facebook.com/events/7928355207240571/
DA VICINO NESSUNO È LONTANO. SABATO 15 GIUGNO 2024
COMUNICATO STAMPA #1
Sabato 15 giugno 2024 l’Associazione
Culturale Museoteo+ in collaborazione con Paolo Sacchi presenta la mostra Da
vicino nessuno è lontano (Parlami di te) presso Cascina Sereia,
Invorio (NO).
La
mostra viene presentata in occasione della uscita del numero 46 della rivista Museo
Teo Artfanzine, frutto di un progetto collettivo durato quasi un anno e
reso possibile dalle combinate energie di Giovanni Bai, Tatyana Bello, Nadia Boaretto,
Alessandro Brasile, Achille Ciappa, Lorenzo Roy Cough, Roberto Farina, Francesco
Flamini e Marco de Barba, Carolina Gozzini, Rossella Köhler e Paolo
Sacchi, Lo
straniero con caratteri mobili, Nicoletta Meroni, Lucia Mosca, Manuela Nebuloni, Rosangela
Percoco, Pleto Ple, Supersciri, Mario Tedeschi.
Il titolo è una variante di Da vicino nessuno è normale lo
storico festival che si tiene a Milano all’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini
e affronta i temi del disagio in un mondo dove “siamo sempre più connessi e
sempre più soli”. Ora è anche uno spettacolo televisivo, “un programma dove si
ride tantissimo” dice il suo conduttore, ma non c’è niente da ridere.
Il curatore Adriano Pedrosa così delineava nel giugno 2023 la 60.ma
Biennale Arte di Venezia, ora in corso: “L’espressione Stranieri Ovunque
ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere che ovunque si
vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo
dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel
profondo si è sempre veramente stranieri”.
La Biennale Architettura del 2023, diretta da Lesly Lokko aveva già
affrontato il tema in maniera forse più incisiva: “Vedere contemporaneamente
vicino e lontano è anche, per dirla con Du Bois e Fanon, una forma di doppia
coscienza, il conflitto interno di tutti i gruppi subordinati o colonizzati,
che descrive la maggioranza del mondo, non solo laggiù, nei cosiddetti
Paese poveri, in via di sviluppo, arabi, ma anche qui, nelle metropoli e
nei paesaggi del Nord globalizzato”.
Certo, la Biennale ha presentato il suo progetto poco
prima di noi, ma non ci sentiamo minimamente in seconda fila, visto che
operiamo da sempre ai bordi del sistema dell’arte.
I mezzi a disposizione sono impari, ma il nostro
progetto è sostenuto dalla rete di relazioni creative che sappiamo creare e
mantenere. I temi centrali attorno a cui ci siamo mossi in questi ultimi anni
sono i fatti e i luoghi della vita e i concetti di vicino e lontano sono
sorretti dalla consapevolezza che sono i progetti che facciamo per il futuro a
tenerci in vita.
Gli autori dei contributi e gli artisti in
mostra svolgono un lavoro sia relazionale
che identitario, lasciano cioè tracce riconoscibili, se non indelebili, di sé e
del proprio operare, parlano di viaggi, spostamenti e slittamenti perché ciò
che interessa a Museoteo+ sono gli incontri e le relazioni tra le persone e i
luoghi.
Nucleo
centrale della mostra i lavori presentati nella rivista, cui si aggiungono alcune
opere che li integrano, di Giovanni Bai, Sandro
Becchetti, Alessandro Brasile, Véronique Champollion, Lorenzo Roy Cough,
Francesco Flamini, Carolina Gozzini, Giampaolo Köhler, Yaioi
Kusama, Michele Lorenzelli, Stefano Lucca, Nicoletta Meroni, Manuela Nebuloni, Luca
Patella, Pleto Ple, Paolo Sacchi, Supersciri, Mario Tedeschi.
La mostra, dedicata a Rossella Köhler, si svolgerà, come
nella tradizione di Museoteo+, in una sola giornata e sarà accompagnata da
installazioni performative e interventi musicali.
DA VICINO NESSUNO È LONTANO
SABATO 15 GIUGNO 2024
VIA CASCINA SEREIA 1
28045
INVORIO (NO)
45°44'28.3"N 8°29'08.3"E
DA VICINO NESSUNO È LONTANO. PRE-VISIONE
Sabato 13 aprile 2024, in occasione di
MIART, verrà presentato in anteprima presso la sede dell’Associazione Culturale
Museoteo+ il numero 46 della rivista MUSEO TEO ARTFANZINE. DA VICINO NESSUNO È LONTANO (PARLAMI DI TE), dedicato all’omonimo progetto, frutto di un intenso lavoro collettivo di una
ventina di autori iniziato nel luglio 2023.
Concepito quasi in
contemporanea con la Biennale di Venezia Foreigners Everywhere
In allegato la fanzine
autoprodotta HOTEL MAGICIENNE a cura di Manuela Nebuloni.
Il progetto e la rivista saranno ufficialmente presentati nel mese di maggio 2024, ma questa occasione offre al pubblico la possibilità di incontrare scrittori, artisti, fotografi, coautori di quell’opera d’arte in continua trasformazione che è Museo Teo.
Per l’occasione, in attesa della
mostra definitiva, sarà esposta una piccola selezione di lavori di Giovanni Bai, Sandro Becchetti, Carolina Gozzini, Yayoi
Kusama, Luca Maria Patella, Paolo Camillo Sacchi, Mario Tedeschi
SABATO 13 APRILE
DALLE 16 ALLE 20
MUSEOTEO+
VIA STROMBOLI 3 – MILANO
[citofono 9]
(Bus 50, 58, 68, 85 Tram 10)
Info: 3338498282 - museoteo@gmail.com
MUSEO TEO ARTFANZINE # 46. DA VICINO NESSUNO È LONTANO (PARLAMI DI TE)
INDICE – 1 EDITORIALE. DA VICINO NESSUNO È LONTANO GB/MUSEOTEO+ – 3 DA VICINO NESSUNO È LONTANO (PARLAMI DI TE) PROGETTO/INVITO – 5 RITRATTO E AUTORITRATTO (ALL’EPOCA DEL SELFIE). QUASI UN EDITORIALE GIOVANNI BAI – 9 GIORGIO DE CHIRICO SANDRO BECCHETTI – 10 LONTANO FIUME TEMPO VICINO NICOLETTA MERONI – 12 GLI ANNI ‘70 E LA LIBERTÀ NADIA BOARETTO – 13 GAZA. UNA CASA AL MARE NON È UN SOGNO JACQUES PEZET / Libération – 14 DONNA, VITA, LIBERTÀ ROSSELLA KÖHLER E PAOLO CAMILLO SACCHI – 17 AL CONTRARIO SUPERSCIRI – 2O PARLAMI DI TE MAURIZIO PLEUTERI (PletoPle) – 22 CERCO UN LAVORO E UNA CASA, POI TI FACCIO SALIRE AL NORD ROSANGELA PERCOCO – 24 GURE ETXEA / CASA NOSTRA PERTSONAIA MUGIKORRAK DITUEN ATZERRITARRA / LO STRANIERO CON CARATTERI MOBILI – 26 CLOCHARD FRANCESCO FLAMINI (+ Marco De Barba) – 28 RESOCONTO MARIO TEDESCHI – 31 CONTO ALLA ROVESCIA STEFANO LUCCA [a cura di ROBERTO FARINA] – 33 PHILIPPINE DEEP ALESSANDRO BRASILE – 36 IL LUNGO SOGNO LORENZO ROY COUGH – 38 SANTA GIUSTA CAROLINA GOZZINI – 40 GEMELLE / БЛИЗНЕЦЫ TATYANA BELLO – 43 RIFLESSIONI SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ED INTERPRETAZIONE DI PATTERN NATURALI RICORRENTI ACHILLE CIAPPA – 45 STORIE PRIVATE IN PUBBLICO GIARDINO LUCIA MOSCA – ALLEGATO HOTEL MAGICIENNE MANUELA NEBULONI
PRE-VISIONE 13 APRILE 2024
CASCINA SEREIA 15 GIUGNO 2024
GIORNATA DEL CONTEMPORANEO 12 OTTOBRE 2024
Nel gennaio 2020 siamo a Londra per progettare la mostra dei trent’anni di Museo Teo e con le amiche che abbiamo coinvolto cerchiamo di trovare un terreno comune su cui confrontarci e ci focalizziamo su natura e cultura a partire dalle nostre vite (e soprattutto dalle loro). Confronti di culture, radici, fatti e luoghi della vita, città della vita, ma anche vicino e lontano sono i punti su cui ci proponiamo di lavorare per celebrare i primi trent’anni di vita e attività di Museoteo+ ai bordi del sistema dell’arte contemporanea.
Tornati a Milano, giusto il tempo di riordinare alcune idee e testi sul tema che lo scoppio virulento della pandemia ci fa presto capire che il progetto non si potrà fare, non solo nell’immediato ma anche in tempi che si riveleranno più lunghi del previsto. Il progetto resta quindi congelato, ma con delle solide basi sia teoriche che pratiche da cui ripartire, a partire proprio dalla nostra esperienza.
Il tema centrale attorno a cui si è sviluppata la
nostra ricerca sono I fatti della vita e all’interno di questa I luoghi della vita, i luoghi che viviamo e
abbiamo vissuto e in cui la nostra vita si snoda e articola, come «una rete di
linee che si intersecano», per usare le parole di
Italo Calvino, in cui fatti pubblici e privati trovano la loro armonia o
disarmonia. I fatti della vita, tra cui grande spazio hanno sesso, amore e
cibo, trovano il loro ambito, per quello che ci riguarda, principalmente
all’interno delle metropoli: siamo quindi nel territorio dell’incontro tra
natura e cultura, due concetti contrapposti, ma anche integrati, perché la
vita, e anche la nostra riflessione sulla vita stessa, si snoda lungo questi
due binari paralleli e nel contempo convergenti.
Museoteo+, che senza alcuna pretesa si definisce opera
d’arte in continua trasformazione, affronta quindi il tema degli effetti della
modernità sulla qualità della vita facendo sue, ancora una volta, le parole di
Italo Calvino «Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri,
di segni d’un linguaggio, le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti
i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di
merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi» [Le città invisibili].
I fatti degli ultimi anni hanno segnato un brusco
ritorno alla realtà. I cambiamenti climatici non hanno fermato i processi di
globalizzazione, intensificazione dello sviluppo industriale e distruzione
dell’ecosistema, favoriti anche dall’inarrestabile processo di urbanizzazione. Con l’esplosione della pandemia del cosiddetto CoronaVirus,
che ha cambiato le dinamiche della vita quotidiana con effetti devastanti
soprattutto sui più giovani, la natura sembra lanciare un nuovo monito. E anche
questo deve farci riflettere. L’invasione russa dell’Ucraina e l’avvento al governo dei postfascisti in
Italia sono solo due ulteriori tasselli del processo di trasformazione della
(ir)realtà in cui viviamo.
Nel corso del 2022 ci siamo concentrati nella curatela del progetto Anamorfosi del presente che, in forma e con modalità diverse, ha affrontato queste problematiche e
ora i concetti di vicino e lontano ricominciano a frullare nella testa,
sorretti dalla consapevolezza che sono i progetti che facciamo per il futuro a
tenerci in vita: ecco la necessità di scongelare il proposito londinese e dargli una forma
più definita.
Nel 1954 Pierre Bourdieu pose ai suoi studenti una
domanda al contempo estremamente semplice e complessa: «Faites le portrait de
votre esprit», cui nessuna traduzione rende però merito, né «picture your mind»
e nemmeno «immagina la tua mente». È la dualità mente/spirito che ci assilla a
partire dal testo di Georg Simmel La metropoli e la vita mentale.
Traduzioni successive ci parlano di Vita dello Spirito, che
sicuramente rende meglio il concetto, ma lo spirito è anima e corpo o anema
e core… sì l’uomo è cuore cervello e pancia (che rende sia
cazzo che utero). Ecco, possiamo tradurre la domanda di Bourdieu con «Parlami
di te. Cuore cervello e pancia».
L’immaginazione sociologica teorizzata da Charles
Wright Mills, ovvero immaginare soluzioni per trovare soluzioni, forse altro
non è che dare una forma all’immaginario dello spirito. Georges Didi-Huberman
ha affermato che «L’immaginazione consiste nel creare delle relazioni tra cose
che apparentemente non ne hanno»: l'immaginazione può quindi creare una
conoscenza delle cose non immediatamente percepite o permettere di cogliere una
diversa analogia, un'analogia feconda che definisce “un impensé”, un pensiero
impensato.
«Da vicino nessuno è lontano» è un primo pensiero da
cui potrebbe scaturire l’impensato. La frase è una variante di Da vicino
nessuno è normale lo storico festival che si tiene a Milano all’ex Ospedale
Psichiatrico Paolo Pini e affronta i temi del disagio e dell’«inquietudine
che ci toglie il sonno ma può renderci felici» in un mondo dove «siamo sempre
più connessi e sempre più soli».
«De perto ninguem è normal», in italiano «da vicino
nessuno è normale», è un verso della canzone Vaca profana di Caetano
Veloso. La frase è spesso erroneamente attribuita a Franco Basaglia, anche se
fu fatta propria e usata nel laboratorio di arti visive dell’ex OPP di Trieste.
Scopriamo intanto che la variante Da vicino nessuno è lontano è già stata
utilizzata dalla onlus Arché per un evento di confronto sulle
contraddizioni del nostro tempo: rifiutiamo lo straniero, ma «siamo sempre
connessi per cercare un like di amici pressoché sconosciuti». In perfetta
sintonia, ci pare.
Il racconto delle esperienze che cerchiamo di analizzare, ossia di dare forma al pensiero impensato, trova il culmine nella domanda di Bourdieu «Parlami di te». Camilla Cerea scrive su FaceBook: «Ho collaborato con il Centro Psico Sociale di Seregno, attraverso l'Istituto Italiano di Fotografia, con un corso di fotografia con il cellulare. I partecipanti attraverso la conoscenza delle tecniche base ed esercizi di creatività, sono riusciti a indagare su sé stessi, raccontando chi sono». Ecco, l’ha detto nel modo più semplice…
Pochi giorni dopo, sempre su FaceBook, la pagina Nessuno
è straniero pubblica questa foto con il titolo La creatività
dei bambini, che riassume e illustra il sia pensiero teorico che la pratica
di Camilla, poiché immaginazione e creatività sono fondamentali sia nella
creazione artistica che nell’analisi sociologica.
Primavera 2023, il MUDEC di Milano presenta la
mostra Muholi. A Visual Activist che in ogni sua immagine racconta una storia
precisa o una riflessione su un contesto sociale più ampio, mentre oggetti di
uso comune, ripresi in maniera simbolica, sono posti in un dialogo serrato con
il suo corpo, trasfigurandolo. È un ulteriore episodio dell’uso creativo del proprio
corpo e del proprio spirito, dalla
ineguagliabile sequenza di autoritratti di Van Gogh a Duchamp e Warhol. Al mercato di piazza Diaz troviamo un
ritratto di Giorgio De Chirico di Sandro Becchetti, dove l’artista parla di sé
stesso grazie allo scatto del grande fotografo. Cominciamo a pensare come
risposta alla domanda di Bourdieu anche al ritratto, all’autoritratto e persino
alla fototessera… E non è così banale come sembra.
Giugno 2023: viene presentata la 60.ma Biennale Arte
di Venezia, che si intitolerà Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere che il curatore Adriano
Pedrosa così delinea: «L’espressione Stranieri
Ovunque ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere
che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli
stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla
propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri». Si parlerà
quindi di artisti che sono essi stessi stranieri: «immigrati, espatriati,
diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, in particolare di coloro che si sono
spostati tra il Sud e il Nord del mondo, l’artista queer, l’artista outsider,
che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il
cosiddetto artista folk e l’artista indigeno, spesso trattato come uno
straniero nella propria terra». Come manifesto programmatico non sembra il
massimo, anche a confronto con ciò che ha scritto e realizzato Lesly Lokko nella Biennale
Architettura 2023: «Vedere contemporaneamente vicino e lontano è anche, per dirla con Du
Bois e Fanon, una forma di doppia coscienza, il conflitto interno di tutti i
gruppi subordinati o colonizzati, che descrive la maggioranza del mondo, non
solo "laggiù", nei cosiddetti Paese poveri, in via di sviluppo,
arabi, ma anche "qui", nelle metropoli e nei paesaggi del Nord globalizzato.
Qui in Europa parliamo di minoranze e diversità, ma la verità è che le
minoranze dell'Occidente sono la maggioranza globale; la diversità è la nostra
norma».
Nel 2017 Museoteo+ ha presentato all’Istituto Italiano
di Cultura di Parigi la mostra Milano, Mondo, il cui tema principale era: «come
vengono percepiti il mondo contemporaneo e i suoi cambiamenti a partire da una
città come Milano?”. Sono stati presentati artisti che svolgono sia un lavoro relazionale
che identitario, che lasciano cioè tracce riconoscibili, se non indelebili, di
sé e del proprio operare, che parlano di viaggi, spostamenti e slittamenti e,
soprattutto, di persone, perché quello che interessa a Museoteo+ sono gli
incontri, le persone, le relazioni tra di loro e tra i luoghi - siano essi Milano, Shanghai, San Francisco,
Roma, Parigi, New York, Tokyo... - come già avvenuto appunto l’anno precedente
con la mostra Ma(n)gazine e il numero di Museo Teo Artfanzine dedicato al Giappone.
Si tratta solo di proseguire su questa linea.
Certo, la Biennale ha presentato il suo progetto poco
prima di noi (molto poco), ma non ci sentiamo minimamente in seconda fila,
visto che operiamo da sempre ai bordi del sistema dell’arte; i mezzi a
disposizione sono impari, ma il nostro progetto è sostenuto dalla rete di
relazioni creative che sappiamo creare e mantenere.